giovedì 28 febbraio 2008

La convenzione europea sul "Cybercrime"

Nella giornata di ieri, il Senato ha definitivamente approvato il disegno di legge di ratifica della convenzione di Budapest sul Cybercrime (del 2001).

Era una decisione attesa da tempo, anche se - dato il momento politico attuale - nessuno poteva scommettere sulla sua approvazione.

La legge contiene innovazioni importanti.

Innanzitutto vi è un "aggiornamento" delle norme del codice penale sui, "crimini informatici.

Molto interessanti sembrano, poi, le nuove norme del codice di procedura penale sull'acquisizione di prove informatiche.

Sicuramente dirompente rischia però di essere l'estensione della responsabilità "amministrativa" delle società ai casi di reati informatici e di reati di illecito trattamento di dati personali contenuta nella nuova legge.

Si conferma un atteggiamento di estrema severità del legislatore italiano riguardo al trattamento (specie se automatizzato) delle informazioni e all'esercizio di sistemi informatici in generale.

Peccato che di tanto rigore non si trovi facilmente traccia nell'approccio all'informatica da parte dei responsabili dei dipartimenti IT...








domenica 24 febbraio 2008

Smoke on the water

Niente musica oggi ... ;-)

Qualche settimana fa sono stato sul lago d'Orta e l'effetto dato dalla luce tersissima di una mattina d'inverno e dai residui della nebbiolina che si alzavano al sole è stato affascinante .....

Peccato il lampione, ma - per circostanze che non sto a raccontare - è stata una foto "rubata".

domenica 17 febbraio 2008

Piccoli computer crescono ...

Dopo l'OLPC e l'eee PC di cui avevo parlato in precedenti post, ecco comparire proposte di pc portatili a meno di 200 euro.

Sul Times si parla di un pc portatile da 99 £, fabbricato da un produttore inglese (Elonex), di caratteristiche piuttosto basiche (si accenna ad una memoria di solo 1GB, ad uno schermo da 7 '' e ad un processore "datato") e privo di lettore CD, ma dotato di connettività WiFi, di una suite software completa (almene per le solite applicazioni tipo "office") e di una scocca compatta e innovativa (lo schermo può essere staccato).

Su una fascia più alta è il "CloudBook", venduto negli Stati Uniti a 399 $ ed equipaggiato con un processore da 1.2 Ghz, 512 MB di RAM, disco da 30GB, schemo da 7'', 5h di autonomia e viedocamera da 3Mp.

Gli eee PC e OLPC si collocano in una fascia intermedia (200/300 € di prezzo, schemi da 7'', memoria da 4 GB e processori decisamente più attuali del pc britannico, anche se più lenti del Cludbook), ma sono anch'essi piccoli e leggeri, il che li rende ideali per i ragazzini o, per gli adulti, come secondo pc "da viaggio" (spesso la connettività WiFi è prevista di serie).

Tutti quanti poi, tramite un'opportuna dotazione di porte USB, sono collegabili ad ogni sorta di accessorio esterno (chiavette USB, dischi, modem, router, unità CD esterne, tastiere ....) per espanderne le funzionalità, ove necessario.

Il segmento è in forte espansione e nuovi arrivi sono attesi a breve; anche Intel dovrebbe entrare nella partita.

Le prestazioni sono pari a quelle di pc di qualche anno fa (neanche tanti anni fa: il pc che sto usando adesso - ha quattro anni - ha memoria e procesessori paragonabili al cloudbook e lo supera solo per lo schermo, il lettore cd/dv e ... il peso - circa il triplo - ma costava oltre 1000 euro) e sono più che sufficienti per gestire correttamente le normali applicazioni da ufficio (videoscrittura, fogli di calcolo, navigazione internet e fotoritocco), se il sistema operativo non è troppo esoso in termini di consumo di risorse di sistema.

Certo, i giochini elettronici di ultima generazione non gireranno mai su questi portatili low cost, ma questo non è certo un male ....., anzi.

Qui c'è un'altra similitudine: quasi tutte queste macchine (salva probabilmente Intel, per ragioni - diciamo pure - "storiche") sono equipaggiate con sistemi operativi Linux, perchè si tratta di un sistema operativo che richiede molte meno risorse degli attuali sistemi Windows per far girare il pc e, oltretutto, è gratis (su un pc da 1000/12000 euro, il costo della licenza OEM di windows incide poco meno del 10%, ma su un pc economico l'incidenza sarebbe senz'altro maggiore... anche senza prendere in considerazine il costo della suite "Office" della casa di Redmond o del famoso/famigerato antivirus Norton che ormai equipaggia di serie tutti i pc .....).

Così, tra l'altro, Microsoft, che stava già mandando in pensione XP per sostituirlo, nonostante le proteste, con Vista è costretta ad annunciare che sta conducendo esperimento per dotare questi "mini" pc con versioni apposta di XP.......

sabato 16 febbraio 2008

Pianeta giustizia

Mi capita di leggere il blog "la legge è uguale per tutti". E' un bog scritto da magistrati e tratta dei problemi della macchina della giustizia in modo particolare: dal di dentro.

Non sono sempre d'accordo con quello che scrivono e - talvolta - delle questioni di cui parlano (questioni interne della magistratura) non riesco ad interessarmi più di tanto.

Ma - a parte il generico e scontato apprezzamento per l'atteggiamento di chi, pur essendo parte di un "potere dello stato", si mette in piazza - talvolta alcuni scritti colgono nel segno.

Quello riportato di seguito è un interevento emotivo (forse troppo), ma lucido e incisivo in relazione ai problemi della giustizia. Non sono tutti lì i problemi: ci sono anche problemi di regole e di infrastrutture che non spetta ai magistrati risolvere (quanto meno fino a quando non avrnno l'umiltà intellettuale di spogliarsi della veste di giurista per avvicinarsi davvero al ruolo di organizzatori e gestori del personale, ruolo in cui sono - devo dire - "geneticamente" carenti quasi quanto i loro "cugini" avvocati ....).

Sulle prime volevo stralciare alcuni aggettivi, limare alcune affermazioni un po' forti. Poi ho deciso di lasciare tutto, anzi di evidenziare in grassetto (perchè non fossero offuscati proprio dalla forza degli aggettivi) alcuni passaggi.

A voi:
"Siamo il regno dell'irresponsabilità. E dell'impunità.


Quanti di noi hanno pagato davvero - al pari di un medico del pronto soccorso o di un conduttore di treno o di aliscafo - per le devastati scemenze che a volte si leggono in tante sentenze? Per la totale disorganizzazione dell'ufficio che dirigono o che è loro affidato? Per la totale incapacità di migliorare sotto qualsiasi profilo il servizio che devono rendere?

Di fatto, nessuno di noi risponde veramente - se non in casi talmente clamorosi che meriterebbero la galera - della gestione irragionevole dei ruoli, della trattazione illogica delle cause (cause urgenti vanno lontano, cause bagatellari vicino), dei ritardi incontrollati dei consulenti tecnici, della irragionevole violazione di legge che è la sistematica compensazione delle spese nel civile, che produce un enorme contenzioso incoraggiato dall'"impunità".

Nella maggior parte dei tribunali non si riesce a ottenere che i giudici adottino, sulle materie ordinarie, criteri di decisione omogenei (il che pure aumenta il contenzioso) e in molti casi addirittura non si riesce a ottenere neppure che siano esposti in maniera trasparente e agevolmente conoscibile gli orientamenti dell'ufficio così da consentire all'utenza di adeguarvisi e di tenerne conto a fini transattivi.

La maggior parte dei capi e sottocapi degli uffici interpreta questo ruolo come una onorificenza: lavorano poco, assumono pochissime responsabilità, evitano le grane come la peste, ci tengono moltissimo all'autista, al posto a teatro e simili.

Gli orari d'ufficio sono per troppi un optional.


La puntualità una pretesa offensiva: non siamo impiegati, siamo principi.


Ho già scritto in un'altra occasione che sono in magistratura da più di vent'anni e nulla è cambiato.
Gli ospedali fanno schifo, ma sono cambiati moltissimo. I medici - anche i peggiori - hanno capito che non si può più scherzare e che il paziente va trattato come si deve o almeno come è necessario a evitare la galera.

Dunque, gli ospedali fanno schifo, ma meno schifo di dieci anni fa.

I Tribunali, invece, sono uguali, precisi identici, a venti anni fa.


I magistrati trattano oggi avvocati, imputati, parti, testimoni esattamente nel borbonico modo in cui li trattavano venti anni fa.


E' una cosa del tutto incredibile.


Ho la più grande esecrazione per come i politici trattano la giustizia, ma confesso che se fossi il Ministro della giustizia sarei feroce e pericoloso
."

mercoledì 13 febbraio 2008

Perchè non fare anche i PC "low cost"? (segue)

Giusto un mese fa mi chiedevo perchè non vendere anche in europa i pc "low cost", tipo OLPC.

Mi sembrava (e mi sembra ancora) che potrebbero essere una benedizione per le famiglie che hanno figli a scuola, visto che il pc per un ragazzino sembra ormai un "must".

Leggo oggi che nel Regno Unito una società sta facendo ottimi affari vendendo gli OLPC, originariamente studiati per i paesi in via di sviluppo, proprio alle scuole.

I vantaggi di questi "mini" pc?

In sintesi:
  1. ovviamente - in primis - il costo (poco più di 200 euro);
  2. in secondo luogo, il peso (all'incirca un chilo);
  3. la robustezza (sono studiati per ambienti molto 'sfidanti' e utilizzi 'ruvidi');
  4. e - last but not least - girano in linux.
Ok: per alcuni (in primis mia moglie...) il numero 4 non è un vantaggio, ma resto convinto che i bimbi imparino di più su architetture 'open' e personalizzabili ..... finchè ne hanno il tempo. Pare che comunque Microsoft stia studiando un modo di crearne una versione Windows (con una versione alleggerita di XP, visto che di caricare Vista su un computer di caratteristiche limitate come un pc "low cost" non se ne parla).

martedì 12 febbraio 2008

Tutto il mondo è paese (segue)

Sembrerebbe che la popolarità del presidente francese sia in forte calo - tra l'altro - a seguito al fallimento del tentativo di liberalizzare il settore dei taxi.
Non avete anche voi una sensazione di deja vù?

sabato 9 febbraio 2008

Il lato oscuro della forza

Viviamo tempi tesi e ce ne rendiamo conto.

Quello di cui stentiamo a renderci conto è che la tensione (chiamiamola pure ansia o, magari, paura) con cui guardiamo non solo al nostro futuro, ma anche al nostro presente, non sta solo allontanando le persone le une dalle altre, ma le sta anche privando della volontà di sperare in qualcosa di meglio e di reagire agli abusi.

E' finita l'era delle “battaglie sociali”, delle manifestazioni, dei concerti oceanici e delle rivoluzioni.

La preoccupazione per la delinquenza, l'immigrazione, le malattie globli che ci spazzeranno via (via via: AIDS, mucca pazza, influenza aviaria, SARS .....) sono sempre in primo piano. eppure siamo sempre qui e – lo sappiamo bene – degli immigrati non portemmo in ogni modo fare a meno

Sono ormai più di 30 anni che ogni discorso sull'economia comincia con la parola “crisi” e l'enfasi sullo sviluppo che troviamo ancora nei testi e nei filmati degli anni '50 e '60 ci paiono i relitti di un' epoca dell'oro che non tornerà più.

Eppure - e lo vediamo bene se guardiamo al lungo periodo - la disponibilità e la qualità dei beni di consumo è costantemente aumentata. Semmai il problema è che il livello di spese necessarie per essere socialmente adeguati - specie in termini di istruzione in senso lato (istruzione per i figli, ma anche viaggi, computer e tecnologia, “necessaria” ormai anche per alunni delle elementari ...) - o per avere cure mediche aggiornate (e questo è un gravissimo problema, non solo da noi) è in costante e sproporzionato aumento fino al punto di rischiare di creare due categorie di persone e di mercati (chi “puo'” contro chi “non può”).

Il risultato – per rimanere nell'attualità – è tra l'altro quello di continuare a votare il “meno peggio” (secondo criteri, poi, prevalentemente di affinità/avversità “viscerali”, comunque non legati al merito e nemmeno alla semplice coerenza, come possiamo vedere proprio in questi giorni) senza neanche pensare che si possa tentare qualcosa di diverso o di meglio, perchè ciò significherebbe creare nuove aggregazioni in una situazione che è comunque senza speranza .....

Ma, seguardiamo l'esperienza, di paesi che sono “avanti” a noi – come gli USA – potremmo vedere che il clima di paura può giustificare lgravissimi abusi come la pretesa del governo di condurre intercettazioni su vasta scala senza alcun mandato che fanno assolutamente impallidire i recenti scandali italiani. Se – in fin dai conti – il “tiger team” di Telecom Italia “si limitava” a spiare politici e grandi manager, le dimensioni delle intercettazioni portate avanti dal governo americano si stanno rivelando assolutamente imbarazzanti, al punto che è in discussione presso il parlamento statunitense una proposta di legge per mettere le compagnie telefoniche al riparo dalle class action che alcune organizzazioni stanno seriamente pensando di lanciare contro di loro.

Ma se pensiamo che ciò sia l'ultima frontiera della paura, ci sbagliamo: l'ultimo progetto dell'amministrazione Bush (che ha spiato i telefoni e le connessioni internet dei cittadini, le transazioni finanziarie europee effettuate tramite il canale SWIFT e le comunicazioni internet di chiunque – ricordate echelon?) è quella di incaricare la NSA (National Security Agency) di condurre investigazioni nei confronti di altre amministrazioni del Governo Statunitense per scoprire eventuali minacce e tradimenti tra gli stessi controllori ....

Vi ricorda niente tutto cio?

E' chiaro che in una tale situazione è vitale e "politicamente" indispensabile mantenere un elevatissimo livello di tensione, senza il quale iniziative del gerere provocherebbero senz'altro un tale livello di reazione popolare da rendere del tutto inattuabili.

Vi segnalo, su questa lunghezza d'onda un post segnalato da Schneider (un esperto di sicurezza - di quelli che la sicurezza la sa fare e 'vendere' - che sta da tempo tenendo d'occhio l'atteggiamento americano verso il terrore e l'enfasi dell'amministrazione e dei media su questi temi):


We Must All Do Our Part To Preserve This Climate Of Fear

Per chi non ha dimestichezza con l'inglese, allego una parziale traduzione.

Buon w.e.


Gli ultimi sei anni sono stati l'età dell'oro dell'apprensione e della diffidenza degli americani. Grazie agli eventi dell'11 settebre 2001, tutta l'america è unita e schierata spalla a spalla in pura, incessante paura. Ma, tragicamene, questa atmosfera di panico e confusione ha cominciato a svanire e senza un'altro terribile attacco a unirci come una nazione, noi siamo pericolosamente vicini a entrare in un nuovo pre-11 settembre.

Non possiamo permettere che ciò avvenga.

Dobbiamo fare tutto il possibile per preservare l'america rifocalizzando di nuovo le nostre priorità nella contemplazione di minaccie di mortali, invisibili forze da incubo che complottano per distruggerci in vari e orribili modi. E' solo tramite la vigilanza e la determinazione di ogni patriota che noi possiamo mantene il senso della paura totale, vitale per la prolungata esistenza dell' [....]. America.

Il nostro paese merita che ogni cittadino viva in apprensione

La paura ha sempre fatto l'America forte. [......]

Mio Dio cosa siamo diventati?

Non possiamo affidarci solamente ai nostri nemici per minacciare la popolazione: noi dobbiamo trovare quell'orrore in noi stessi. Anche se abbiamo fatto molta strada nello spaventarci per gli immigrati illegali, pandemie di influenza aviaria e casuali sparatorie nelle scuole, non è abbastanza. Che è accaduto al paese che io conoscevo e amavo, dove un doroghiere coreano poteva essere ucciso per irrazionale xenofobia solo perchè qualcuno ha pensato fosse un arabo? Queste azioni sono, purtroppo impensabili nel clima odierno sempre meno pietrificato [dalla paura]. Tu puoi dire: “io sono solo un individuo: che posso fare?”. Ma tutti i nostri sforzi sono necessari per mantenere uno stato di costante ansietà .....”

domenica 3 febbraio 2008

Tutto il mondo è paese?

Su "il tragicomico mondo del lavoro" - un blog che ho scoperto da poco, ma che si sta rivelando un'interessante fonte di informazioni e di spunti - è stato pubblicato un post su una liberalizzazione del settore dei Taxi che il governo Sarkozy starebbe attuando in questi giorni.

Tale liberalizzazione - udite, udite - sta incontrando la viva opposizione degli interessati, che - in particolare - si lamenterebbero della diminuzione dei loro guadagni, nonchè del fatto che in molti casi ciò impedirebbe di rientrare delle ingenti spese incontrate per acquistare le licenze.

Vi ricorda niente tutto ciò?

Al di là del fatto contingente, la tesi degli ultimi post di questo blog è che la Francia, a seguito del "Rapporto Attali", starebbe imboccando proprio alcune riforme che l'Italia ha già realizzato, in particolare con riferimento al mercato del lavoro.

Stanti comunque le molte somiglianze tra Italia e Francia, l'idea di un confronto tra le due esperienze mi sembra molto interessante, perchè è un fatto che l'Italia - come del resto l'Europa - è interessata da più di un decennio da idee e riforme di stampo sostanzialmente "liberista", spesso propugnate come adeguamento alla realtà di altri paesi , senza che una qualche analisi, anche empirica, sia effettuata sulla realtà degli altri paesi e soprattutto sugli effetti (anche comparati) di certe politiche.


sabato 2 febbraio 2008

Pirateria musicale e giustizia privata. Una pronuncia francese

Ve la ricordate Logistep?

E' una software house svizzera che ha predisposto un programma per raccogliere automaticamente gli IP (ossia gli "indirizzi elettronici") dei soggetti che hanno scaricato da reti "peer to peer" determinate opere protette da diritto d'autore.

La "nostra" società ha quindi offerto i suoi servigi alle case discografiche e agli "editori" in generali, che - appoggiandosi ad un piccolo network di legali - hanno iniziato a perseguire i "pirati".

L'approccio è stato sempre il medesimo: Logistep raccoglieva gli IP (diverse centinaia), l'avvocato intentava un'azione legale nei confronti dei principali provider per costringerli a rivelare i nominativi degli intestatari degli abbonamenti ai quali era stato assegnato l'IP e, infine, scriveva raccomandate a tutti i malcapitati proponendo una "chiusura bonaria" a 300/400 euro, minacciando altrimenti più serie conseguenze civili e penali.

Una buona percentuale dei malcapitati destinatari ha pagato senza discutere, qualcuno è corso dall'avvocato, altri sono rimasti in silenzio sperando che tutto passasse.

In effetti (a differenza di quello che avviene negli USA con la famigerata RIIA) di azioni individuali contro i singoli "pirati" non si ha notizia.

Questo approccio è stato seguito in Italia (con il famoso caso "Peppermint", del quale troverete ampia documentazione sul blog di Guido Scorza) , in Germania, nel Regno Unito e in Francia.

Sembrerebbe che in Francia, a seguito della "fatidica" richiesta ai provider di rivelare i nomi degli abbonati, la partita si sia conclusa con un bello stop al "metodo Logistep". Interessante un passo dell'Ordinanza del Tribunal de Grande Instance di Parigi:

"Qu’enfin, alors que la société Techland ne précise pas ses intentions quant à la saisine de la juridiction civile ou pénale, c’est à elle-même qu’elle demande que soit assurée la transmission des données identifiant les internautes "
Traducendo a senso, il TGI nota che Techland (la software house che si era rivolta a Logistep per la tutela dei suoi diritti) era stata poco chiara circa l'intenzione di usare i dati in un giudizio civile e penale.

La sentenza, alla fine rigetta la domanda osservando che secondo la legge francese, indagini del genere sono possibili, ma sono riservate agli enti collettivi di gestione dei diritti (la SIAE francese).

Non una gran notizia per i "pirati", ma condivido l'approccio quanto meno "diffidente" verso certe iniziative.


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